Omnem foret tellus producat vinum Praeclarum est nobilis... Ogni terra che produce buon vino è nobile!
Vogliamo parlarvi della vinificazione "italica" nelle colonie romane dell Oltenia in Romania, solo accennando ad approfondire alcune particolari peculiarità di quel territorio.
Il periodo medievale ha investito tutto il pianeta, ogni angolo... ma ad oggi
solo in alcuni luoghi si conserva ancora una natura intatta e con una salubrità della propria terra ancora come nel medioevo...!
"Non facciamo mistero sul nostro credo che la Penisola Italica,
con la sua storia (Enotria), etnie, gastronomia ed il suo clima e natura meravigliosi, la rendano
il paradiso del mondo... non racconteremo però sulla cultura ed i fasti della Calabria, abitata dagli Enotri o della Toscana, l' Umbria medievale, ma accenniamo a due antiche regioni già parte dell' impero romano tra le alpi giulie e la pianura padana che sì chiamavano "Forum Iulii" ora Friuli Venezia Giulia e un approfondimento sulla regione chiamata "Tara Romaneasca", parte della valacchia (termine utilizzato fino ai primi del novecento,) ora Oltenia.
*In Friuli Venezia Giulia essere astemi in tempi medievali è stato considerato come peccato ed un friulano lo sa ancora oggi molto bene.
In questa meravigliosa regione il vino si beveva già da molti secoli prima della venuta di Gesù, si narra, infatti, che Diomede dopo aver abbeverato le sue cavalle nelle acque del Timavo, avrebbe offerto a questa terra la prima vite. Una semplice leggenda? Forse sì. Ma nonostante tutto è certo che il vino assunse grande importanza molto prima dell’impero romano e, più precisamente, ai tempi in cui i celti popolavano le nostre terre.
Molte testimonianze sono state lasciate anche per la conservazione di questo alcolico. Se Roma preferiva le anfore in terra cotta, in Friuli Venezia Giulia è probabile che si usassero le botti in legno, forse introdotte dal popolo celtico.
(*Fonte: Ylenia Lepore, Tesi di laurea - Italiamedievale.org)
L’oro di Bacco assunse importanza fondamentale anche in periodo longobardo, va ricordato che dietro ad ogni monastero non mancava mai una coltivazione di viti. Al tempo il vino non era solo un elemento di piacere per lo spirito e il corpo, ma era anche usato per suggellare promesse e contratti, soprattutto matrimoniali.
I vini friulano hanno fatto davvero la storia: sulla Ribolla il conte Francesco di Manzano scrisse che la Rabiola, era tra i vini Friulani più apprezzati nel XII secolo. Il Dalmasso, invece, sostiene che verso la fine del 1300, la Ribolla fu decantata dai cronisti e dai poeti tedeschi, denominandola Rainfald. Il Tocai, si trascina dietro a se tantissimi dubbi, la sua origine infatti è ancora pregna di discussioni. Alcuni sostengono che il vitigno fosse stato importato dall’Ungheria dal conte Ottelio o dal vescovo Casasola. Altri che si tratti di un vitigno coltivato nell’Impero Austo-Ungarico e importato in Friuli in seguito alle vicende belliche. Altri ancora che si tratti di un vitigno autoctono trapiantato dall’Ungheria e ritornato in Friuli in tempi recenti. Pare, infatti, che nel XI secolo alcuni missionari fossero stati chiamati all’est dal re Stefano il Santo e che portassero in dono al sovrano alcuni vitigni di Tocai.
La propagazione o meglio, la circolazione dei vitigni che oggi si usa definire "autoctoni" è in realtà un fatto grandemente influenzato dalla presenza specifica di popolazioni, che migrando, hanno introdotto anche le proprie semenze per tutte le colture. Le popolazioni dell' impero romano, sono giunte fino in Romania, principalemente in Oltenia, occupando tutta la Valacchia fino al mar Nero. I coloni romani, hanno influenzato sia le produzioni vitivinicole che incoraggiato l' importazione dei vini rumeni direttamente fino a Roma, come le Feteasca Neagra, vino considerato prelibato dalle classi sociali abbienti, nonchè dagli stessi senatori romani.
E importante, per capire, una presa di coscienza:
Che stiamo parlando dell' impero romano conglobato anche dalla vecchia provincia romana della Dacia Malvensis detta anche "valachia" sia in latino che durante l' impero Austro-Ungarico, che sì trova nella medievale Valacchia o Ţara Româneascǎ, l' odierno sud della Romania! E che quei popoli in Romania,
appartengono alla latinità. Gli olteni sono gli eredi dei romani, la loro lingua è una lingua antica e nobile.
La lingua romena è una lingua neo-latina, imparentata con l’italiano! Le tribù Trace o Geto-Dacie fuse con i coloni romani, sono
come gli antichi romani, (Itali, "Enotri Οἴνωτροι," ed Etruschi) delle etnie da considerarsi mediterranee, anche se presenti pure in queste aree.
**In etimologia il termine è usato:
in ambito slavo, oltre al termine storico Vlach (o Blach), che significa proprio "Valacchi",[5] abbiamo il ceco arcaico Vlach e il polacco Włoch (che significano "italiano");
in ungherese abbiamo olasz ("italiano", attraverso la vocalizzazione della Wł polacca) "olah" ("rumeno", sempre dal polacco "włoch")
in turco (attraverso l'ungherese) abbiamo ulah che significa "valacco";
in greco (bizantino) μαυρόβλαχοι maurobláchoi "morlacchi" passato poi all'italiano.
**(Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Valacchi)
Significato storico di valacchia per altri popoli europei: I Morlacchi (in lingua croata Morlaci, in lingua greca moderna Μαυροβλάχοι, în lingua romena "Morlaci") sono una popolazione appartenente al gruppo dei Valacchi che vivono anche nelle Alpi Dinariche o in Croazia e che sono state fino ai primi del novecento, etnie italiche.
Si possono considerare etnie italiche anche Gli Arbëreshë (IPA: /aɾˈbəɾɛʃ/, in albanese: arbëreshët e Italisë), ossia gli albanesi d'Italia. Sono la minoranza etno-linguistica albanese storicamente stanziata in Italia meridionale ed insulare.
Sì....! Noi consideriamo a tutti gli effetti storici,
la Romania ed in particolar modo l' Oltenia o piccola Valcchia, una regione supplementare appendice e seconda "Enotria" della nostra Italia, in più...
Questa antica regione è a tuttoggi per salute della natura (assenza di inquinamernto) una zona tra le migliori di tutta Europa e quindi vocata per le produzioni Biologiche essendo più vicina ad una situazione o "contesto" medievale dei propri territori. Insomma, per produrre in modo realmente Naturale o "con i metodi antichi", è la terra ideale!
Questo argomento (qualità dell aria e della terra) non dovrebbe essere considerato in modo semplicistico, aria e terra pulita o non inquinata. L' inquinamento produce anche una rarefazione dei lieviti naturali indispensabili alla vinificazione. Con l' assenza di inquinamento sì intende anche presenza di una biodiversità che consente lo sviluppo di sapori e profumi o Bouquet del vino, possibili altrimenti solo nel medioevo. Infatti i lieviti naturalmente presenti sopra le bucce delle uve, sono immagazzinati fino all' anno successivo da api, calabroni ed altri insetti che lo riporteranno sulle uve dell' anno seguente, permettendo ogni anno lo sviluppo di particolari bouqets. Inquinamento significa anche scarsità di api, calabroni ed altre forme di vita che trasmettono questi antichi sapori.